
Riscoprire le artiste: donne dimenticate
Visitando il museo Hambuger Kunsthalle sono rimasta colpita dal fatto che fossero presenti numerose opere di artiste, sottolineo donne anche se il plurale già è esplicativo di per sé (almeno una volta!). Ci siamo abituati a una preminenza maschile nelle arti, quasi l’unica artista fosse stata Frida Kahlo, mentre invece è in corso una vera rivoluzione che comprende la riscoperta di artiste dimenticate, mai emerse, volutamente seppellite e cancellate dalla memoria. Ma la mia non è stata solo l’impressione di una neo femminista piacevolmente sorpresa: il dépliant all’ingresso era stato pensato volutamente per un coinvolgimento diverso del visitatore nell’esperienza museale. Così sono stata invitata a visitare il sito web e rispondere a determinati quesiti sulle opere che avevo dinanzi, e indovinate un po’, il tema era principalmente “il sessismo nelle opere d’arte”.
Magnifica iniziativa, a mio avviso. E poi scopro queste artiste tedesche e mi chiedo quante altre siano esistite ed esistano ancora nel silenzio. Ho fatto tre foto, ho cercato tre biografie, quindi vi presento tre artiste molto diverse tra loro che meritano di aver voce.

Dorothea Maetzel-Johannsen
Dorothea Maetzel-Johannsen è stata un’artista tedesca esponente del movimento della Nuova oggettività, nato nel 1920 in reazione all’Espressionismo, e fu co-fondatrice della Secessione di Amburgo. Quando si sposò, in quanto donna maritata, dovette lasciare il suo lavoro di insegnante e si dedicò ai suoi studi pittorici ad Amburgo. Morì lasciando quattro figli a 44 anni a causa di problemi di cuore. La sua biografia può dirsi lineare, donna, madre e artista a cui furono commissionate molte opere. Pur avendo avuto un discreto successo, non viene mai annoverata tra gli artisti del tempo.

Anita Rée
Anita Rée era un’artista ebrea di Amburgo che collaboró nella creazione dell’associazione Gedok, fondata nel 1926 per promuovere le artiste donne. Prima di allora nell’inverno del 1912 studió a Parigi per poi risiedere a Positano. Tornata in Germania vide la sua arte essere messa al bando come degenere dai nazisti, e molti suoi murales vennero distrutti. Costretta a scappare in quanto ebrea, si suicidó nel 1933.

Elfriede Lohse-Wächtler
Elfriede Lohse-Wächtler, che scelse lo pseudonimo maschile di Nikolaus, è stata un’artista tedesca che, lasciata la casa paterna, realizzó cartoline litografate di auguri per pagarsi gli studi. Sposatasi con l’allievo Kurt Lohse, scoprì molto presto i ripetuti tradimenti di lui. A causa di un crollo psichico, nel 1932 fu ricoverata nell’ospedale di Dresda, dove creò le Friedrichsberg Heads, ritratti intensi delle pazienti che erano con lei. Pur vivendo un periodo di grande creatività, nel 1935 le fu diagnosticata la schizofrenia e ricevette la sterilizzazione forzata, fino ad essere definitivamente internata.
Elfriede Lohse-Wächtler fu scelta anche alla mostra dell’Arte degenerata, dove Hitler e i suoi seguaci esposero tutte le forme d’arte che si opponevano all’estetica dei valori nazisti. Motivo per cui molte sue opere furono messe al bando e alcune andarono distrutte.
Marianna Santagata
Sono Marianna, scrivo cose, a caso?, per caso. Sono una (s)content creator, ho paura delle balene, ho sempre nostalgia di Parigi e mi diverto immaginando nomi da dare a un cane che ancora non ho. Ogni tanto soffro di logorrea, non ho tempo di scrivere ma mi narro storie nella testa. Vivo con personaggi che non esistono, ma non sono pazza, non troppo, giuro.

Blatero ergo sum

Stoner di John Williams
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