georges bataille

Questo libro è il racconto di una disperazione. Il mondo è dato all’uomo come un enigma da risolvere. Tutta la mia vita – i suoi momenti bizzarri, sregolati, come pure le mie grevi meditazioni – è trascorsa a risolvere l’enigma.

Georges Bataille parla a se stesso e al lettore come se fosse dinanzi a uno specchio, trascinandoci nella sua ricerca di senso, nel tentativo della risoluzione dell’enigma. Che cos’è l’esperienza interiore?  “Chiamo esperienza un viaggio ai limiti dell’umano possibile. Ciascuno è libero di non fare tale viaggio, ma, se lo fa, ciò suppone la negazione delle autorità, dei valori esistenti che limitano il possibile”, inizia. “L’esperienza interiore risponde alla necessità in cui mi trovo – l’esistenza umana con me – di porre tutto in causa (in questione) senza ammettere tregua. Ho voluto che il non-sapere ne fosse il principio.” Non bisogna cercare al di fuori dell’esperienza (Dio o la conoscenza) l’autorità che la legittimi, perché l’esperienza stessa è l’autorità. Dunque si parte dal non sapere per giungere all’ignoto.

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Il principio di contestazione del sapere

Il principio di contestazione ruota attorno al bisogno umano di drammatizzare l’esistenza: drammatizzare significa giungere a stati d’estasi che sono possibili, appunto, soltanto contestando il sapere. Se mi impadronisco dell’estasi finisco per definirla, mentre devo restare nell’intollerabilità del non sapere.

Solo con la cessazione di ogni operazione intellettuale lo spirito viene messo a nudo. Le parole non fanno altro che ricondurci al sapere (fatta esclusione per la poesia) e per questo è così difficile parlare dell’esperienza interiore. Bisogna giungere a una sensazione non discorsiva che sia libera da ogni forma di conoscenza.

Colsi mentre sprofondavo che la sola verità dell’uomo, infine intravista, è di essere una supplica senza risposta.

Uscire tramite un progetto dal campo del progetto

Ma se per intraprendere una vera esperienza interiore dobbiamo abbracciare il principio del non sapere, notiamo che esso si oppone all’idea di progetto. Tutti gli uomini non fanno altro che dedicarsi ai propri progetti razionali: il progetto altro non è che rimandare la vita al più tardi. Lo si fa per sfuggire all’angoscia che però così non fa che crescere.

Si trova soddisfazione vanitosa solo in progetto; la soddisfazione sfugge non appena si realizza, si torna presto al piano del soggetto, in tal modo si ricade nella fuga, come una bestia in una trappola senza fine; un giorno qualsiasi, si muore idioti.

L’esperienza interiore è quindi l’oltrepassare la soglia del conosciuto per andare oltre (tuttavia differendo dalla salvezza cristiana), è lo spingersi oltre i limiti del possibile fino all’estremo. Bataille si sofferma molto, in queste pagine, sul concetto di progetto che incatena l’uomo a non vivere il presente, riducendolo all’angoscia.

I tre principi della condizione umana

Dapprima raggiungo l’estremo del sapere (ad esempio, mimo il sapere assoluto, poco importa come, ma ciò suppone uno sforzo infinito dello spirito che vuole il sapere). So allora che non so nulla. Ipse ha voluto essere tutto (tramite il sapere) e cado nell’angoscia: l’occasione dell’angoscia è il mio non-sapere, il non-senso senza rimedio (il non-sapere non sopprime qui le conoscenze particolari, ma il loro senso, toglie ogni senso).

Bataille sottolinea quanto l’esistenza umana sia inevitabilmente legata al linguaggio e definisce l’uomo “una particella inserita in insieme instabili aggrovigliati”. Da qui deriva il primo principio, secondo cui l’essere è un insieme di particelle, e il secondo, per cui le componenti dell’essere hanno un’autonomia relativa; il terzo principio,  secondo cui nonostante l’essere si richiuda in se stesso nell’autonomia, in realtà vuole diventare il tutto della trascendenza. È questa la sua “volontà di essere universo, che tuttavia è solo una sfida derisoria rivolta all’inconoscibile immensità, e l’immensità di sottrae alla conoscenza.”

Questi tre principi sono inevitabili e, illusione dopo illusione, ci riportano al desiderio di un sapere assoluto. “La nostra esistenza è un tentativo di portare a compimento l’essere”, ma come mezzi di profonda comunicazione Bataille indica l’erotismo e il riso.

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